| Stupro e tortura a Roma. Rumeno tramortisce una donna a Tor di Quinto PDF Stampa E-mail mercoledì 31 ottobre 2007 Ha 45 anni ed è italiana la donna ritrovata agonizzante ieri notte in un piccolo fosso a Tor di Quinto. Si chiama Giovanna Reggiani ed è stata aggredita ieri alle 20,30 circa, dopo essere scesa dal trenino alla stazione Tor di Quinto. La 45enne è clinicamente in coma profondo all'ospedale Sant'Andrea.
È la moglie di un ufficiale della Marina la donna malmenata e ritrovata in un piccolo dirupo in zona Tor di Quinto. La donna vive a Roma ed è stata vittima di un'aggressione da parte di un rumeno. Secondo quanto si apprende, si chiama Giovanna Reggiani, ha 47 anni e non era residente a Roma ma domiciliata nelle case della Marina militare a Tor di Quinto. Quando la vittima è stata trovata aveva il pantalone abbassato, un maglione nero ripiegato fin sotto le ascelle, un solo stivaletto, una catenina e una fede con incisa una data e un nome e il volto tumefatto e coperto di sangue. Una donna rumena, molto agitata, ha fermato un autobus che percorreva viale Tor di Quinto altezza via di Camposampiero. La donna, che non parla italiano, a gesti ha indicato all’autista di guardare nel fosso dove ha visto la donna malmenata e gettata nel dirupo. Ha poi riferito alla polizia, a cenni, di aver visto un uomo mentre trasportava in spalla la ragazza, poi mentre la trascinava per terra. La donna ha quindi cominciato ad urlare dicendo all’uomo di fermarsi ma questo ha buttato la vittima nel fossato ed è fuggito. Accompagnata dagli agenti della polizia la rumena, dopo aver descritto l’aggressore, è andata nel campo abusivo allestito a Tor di Quinto dove ha detto di vivere. Mentre si trovavano nel campo nomadi gli agenti hanno visto il 24enne uscire da una baracca, sporco di fango e sangue sul volto e su tutto il corpo, e la donna lo ha indicato come la persona che aveva visto con la ragazza. L’uomo accusato dell’aggressione mortale è Nicolae Romulus Mailat, un rumeno senza fissa dimora.
"E' necessario assumere iniziative straordinarie e d'urgenza sul piano legislativo in materia di sicurezza. Il pacchetto sicurezza va benissimo ma si tratta di disegni di legge. Ai prefetti sia dato il potere di espellere i cittadini comunitari che si sono resi in passato responsabili di reati contro cose e persone". Lo ha dichiarato il sindaco di Roma Walter Veltroni
"La città è in lutto, è una notizia terribile, non si può morire in questo modo". Così l'assessore capitolino alle Pari Opportunità Cecilia D'Elia, commentando la morte dell'italiana aggredita ieri a Tor di Quinto e deceduta oggi. "Alla famiglia che stiamo contattando - ha aggiunto D'Elia - offriremo tutto il nostro aiuto".
"Roma sempre più terra di nessuno. Non si può più andare avanti così, la città non è sicura e le prime vittime di un'ondata di violenza inaudita, che sembra inarrestabile, sono proprio le donne". Lo dichiara in una nota il segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti. "Il prefetto di Roma ha detto che se il pacchetto sicurezza varato dal consiglio dei ministri diverrà legge, a Roma sarà possibile espellere 20mila stranieri che hanno commesso reati - aggiunge - A questo punto è necessario che il potere di espulsione concesso ai prefetti, contenuto nel pacchetto sicurezza, diventi al più presto un decreto-legge: Roma vive oggi un'emergenza criminalità senza precedenti e non può aspettare".
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