BM's |
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| L'ultimo input mi è venuto dalla lezione di oggi del buon Paolo, ma è un pensiero su cui gironzolo da un po' di tempo. Sempre più spesso, sempre più frequentemente, sempre più a sproposito si sentono parole inglesi al posto di espressioni italiane.
Io dico, se una traduzione di quel termine non esistesse, ben venga. Per dire: "computer" è "computer" [anche se ora vengo a scoprire che è persino di derivazione latina!] e tentare di tradurlo con "calcolatore", "cervello elettonico" e quello che vi pare suonerebbe un po' improprio.
Ma, perchè dobbiamo chiamare il Giorno della Memoria "Memory day"?? Giuro, l'ho sentito ieri al telegiornale. E perchè l'italianissimo giorno della famiglia è stato reso con Family Day? Perchè? Siamo in Italia, lasciateci la nostra lingua!
Mi sembra un rifiuto ingiustificato e superfluo, persino superficiale. L'italiano è una lingua ricchissima e complessa, che ha così poco da invidiare all'inglese. Sicuramente la seconda sarà più pratica e semplice (nulla da obiettare che sia la lingua della globalizzazione) ma non è che nel dover conoscere l'inglese bisogna poi dimenticare l'italiano (peggio! sostituirlo).
Il tutto non va inteso in termini di ideali patriottici per la preservazione dell'idioma nazionale, che mi sembra uno stampo un tantino estremista.
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