neoplatonismo

« Older   Newer »
  Share  
Il Padrino_O
view post Posted on 27/9/2007, 13:08




come le altre

Rubrica Filosofica III - Neoplatonismo
Una sola parola per contestualizzare tutti i discorsi che farò d'ora in poi: schifoo…

Contesto Storico

"Che schifo… schifo…"
L'Autore


Questa orrida filosofia non può che svilupparsi in periodi orridi. Siamo nell'Impero Romano, dal III secolo EV in poi: lo stato diventa più pesante, le tasse più gravose, i funzionari sempre più corrotti, la produzione raggiunge livelli burundiani (del burundi), i lavoratori medi vedono peggiorare ancora di più le loro condizioni fino a diventare quasi schiavi. In questo periodo di grande incertezza economica e sociale anche l'intelletto umano subisce una profonda crisi, e inzia a guardare verso Oriente, il mistico oriente pieno di cose figherrime che sembrano scacciare ogni problemi con una sola cosa: la fede. La gente inizia a rivolgersi al misticismo e alla religione, chiamando tipo le cartomanti alla televisione e dicendo avemaria a ripetizione sperando che così le cose migliorino. Tra questi non-pensanti ve ne sono alcuni veramente nerdizzati, che si spacciano per filosofi. Uno di questi è…

Plotino (quello con il cervello piccino)

"È già abbastanza faticoso portarsi dietro
questo involucro che la natura ci ha
messo intorno, non vedo perché farlo diventare
più duraturo, ritraendolo, come se poi
fosse una cosa degna di essere guardata."
Plotino


Plotino si può con facilità ritenere l'anello di congiunzione tra la Filosofia Greca e il pensiero (che parolone!) cristiano. Spaccia la sua filosofia per platonismo anche se non ci incastra una emerita sega, ma nonostante questo, riesce a renderla altrettanto vita-fobica e trascendente-repellente. La ridicolezza del suo pensiero può essere compresa anche considerando che voleva costruire la città ideale di Platone il coglione e chiamarla Platonopoli. Il grosso problema che infesta la mente di quest'uomo è quello dell'Uno e del Molteplice. Ripescando Parmenide quindi, crea il suo Essere assoluto, l'Uno, che è sopra ogni cosa, molteplicità bla bla bla. Insomma, tutte le cose senza senso che i filosofi si impegnano tanto ad assegnare all'Essere e poi risolvono che non possono assegnare nulla, e che possono definirlo soltanto in modo negativo. Si può dire ciò che l'Uno non-è ma non ciò che è, altrimenti ci sarebbe una divisione tra soggetto e predicato (lo so che è difficile, ma l'ontologia non ha mai preteso essere una cosa semplice. Anzi, a dire il vero, ha molto poco senso). La novità stavolta nell'Essere è che, al contrario di Parmenide, stavolta è infinito (complicando ancora di più la comprensione di un simile ente).
Ovviamente poi, volendo costruire un edificio filosofico così complesso, Plotino deve ricorrere a delle metafore per spiegare come dall'Uno si propaghi tutto il resto. Pensate quindi a lampadine, fiumi, vasi che traboccano e tutto il resto: l'Uno è talmente pieno di essere che questo trabocca e va a confluire nel molteplice creandolo. Un travaso insomma. Di questi travasi due sono degni di essere considerati e sono dette ipostasi: l'intelletto, che è già due: il pensare e il pensato, e l'anima, che invece raccoglie dentro di se la vita e la molteplicità. L'anima poi, in particolare quella dell'uomo è divisa, tra quella alta, che tende all'uno ed è figa e quella bassa, che invece tende alla materia. Materia che per Plotino è il massimo dello schifo (non ci si poteva aspettare di meglio da un trascendentista come lui): essa viene considerata senza qualità, l'oscurità nel quale si perde la luce dell'essere. La materia è il non-essere inteso come assenza di essere (presente il vuoto atomistico?). A questo punto però, ci accorgiamo di come questa storia debba finire, perché adesso non ci si diverte più. Plotino! Mi spieghi il senso di tutto questo? Non ha sensooo!!! Proseguiamo con l'anima però, essa è a metà tra il mondo materiale e quello intelligibile (delle idee), ovviamente il saggio deve spingerla lontano dal materiale, perché essa è sulla terra come in esilio e aspira alla vera vita che sta nell'Uno (ma ti levi di 'ulo!?). Si deve quindi percorrere l'emanazione a ritroso, grazie prima alle virtù standard quali coraggio, giustizia, temperanza e successivamente abbandonando la ragione completamente e cadendo in estasi mistica. Ora, quest'ultima cosa mi lascia pensare che i mistici facessero ampio uso di droghe pesanti (e non sto scherzando) leggete insieme a me: "Allora l'anima perde la coscienza del proprio corpo, non sa più di essere in quel corpo e non dice più di essere cosa diversa da lui [l'Uno]" (Enneadi, 6.7.34). Oltre all'utilizzo di droghe però, Plotino raggiungeva l'estasi anche in altro modo, tramite la contemplazione della bellezza, che ci guida verso l'essere puro. Perciò, invitiamo tutti Valeria[presumibilmente una gnocca del liceo dell'autore (note del postatore)] a indossare la maglietta di 3 giorni fa così che tutti potremmo godere dell'esperienza estatica dei Neoplatonici.
 
Top
0 replies since 27/9/2007, 13:08   91 views
  Share