| 1. Attività vulcanica In seguito a variazioni di temperatura e pressione le rocce che si trovano in profondità allo stato solido, possono fondere originando un magma (
Classificazione dei magmi in base all'origine: • magma subcrostale: originatosi nel mantello superiore a elevata temperatura (1200° C circa); • magma intracrostale: originatosi all'interno della crosta continentale a temperature molto inferiori rispetto ai precedenti (500° C circa); • magma degli archi (arco-fossa e arco-cordigliera): originatosi in profondità per fusione delle placche convergenti.
Classificazione dei magmi in base al chimismo: • magmi acidi: contenuto in silice maggiore del 65%; molto viscosi, formano più frequentemente plutoni; • magmi intermedi; • magmi basici: contenuto in silice circa uguale al 45%; poco viscosi, cristallizzano, a parità di condizioni, a temperature più alte di quelli acidi, formando più frequentemente vulcani.
Classificazione dei magmi in base alla posizione: • aree oceaniche: il magmatismo nelle aree oceaniche è essenzialmente basico, con rocce di tipo basaltico emesse in corrispondenza delle p,dorsali; questi basalti provengono da magmi subcrostali, cioè dalla fusione delle peridotiti del mantello superiore; • aree continentali: i magmi delle aree continentali possono essere di due tipi: basici (di origine subcrostale) e acidi (di origine intracrostale). I magmi basici originano essenzialmente basalti che si differenziano da quelli oceanici per essere ancor meno ricchi in silice, ma con un più alto contenuto in Na, K, Ca. I magmi acidi originano essenzialmente graniti e sono localizzati in aree orogeniche; • aree di arco e di cordigliera: il magma si origina a grandi profondità dove la crosta oceanica viene riassorbita dal mantello superiore; le rocce che si formano sono di tipo intermedio (Andesiti), perché probabilmente alla fusione partecipano sia il mantello superiore che la crosta.
Plutoni: masse intrusive di vaste proporzioni originate dalla solidificazione di un magma acido al di sotto della superficie terrestre
Vulcani: i magmi che fuoriescono in superficie come lave (rocce effusive) danno origine al vulcanesimo.
I magmi molto fluidi (basici) danno luogo a eruzioni vulcaniche caratterizzate da colate laviche di temperatura elevata e da emissione tranquilla di gas. I magmi più viscosi (acidi) e meno caldi solidificano più rapidamente e possono così otturare il condotto; i gas, in tal modo ostacolati, si accumulano e aumentano di pressione fino a dar luogo a eruzioni di tipo esplosivo con emissione di brandelli di lava, lapilli e ceneri vulcaniche (prodotti piroclastici) e più raramente colate laviche. Queste differenti modalità di eruzione determinano la diversità degli edifici vulcanici Se l'attività esplosiva è particolarmente intensa, può avvenire un rapido svuotamento della camera magmatica sottostante con conseguente sprofondamento di una zona anulare intorno alla bocca eruttiva detta caldera Manifestazioni vulcaniche particolari • ignimbriti: flusso estremamente mobile di emulsione trifase (costituito cioè da gas, liquidi e solidi in sospensione); è molto caldo (1100 °C) e prodotto da una eruzione esplosiva; • nube ardente: flusso di emulsione bifase (gas più solidi in sospensione); la parte basale più densa è detta valanga ardente. La nube è prodotta da un'eruzione esplosiva; pur essendo meno calda, è molto mobile ed ha effetti distruttivi notevoli; • ondata basale: flusso di emulsione bifase (acqua + solidi in sospensione) prodotto dall'interazione tra lava in risalita e acqua della falda freatica (maar); • colate di fango: (lahar) si originano quando grandi quantità di acqua saturano in breve tempo la copertura piroclastica del vulcano, dando luogo a colate molto veloci; • acque calde: le acque sotterranee che vengono a contatto con zone profonde ad alte temperature (tipiche di aree vulcaniche, anche se inattive) si riscaldano e generano sorgenti calde e fuoriuscita di vapore; • geyser: particolari sorgenti calde intermittenti, ricchissime di minerali (attività fumarolica o attività solfatarica). Esempi di eruzioni vulcaniche
2. Terremoti Terremoti: scuotimenti del suolo che interessano senza sosta il nostro pianeta, generando onde sismiche.
Il verificarsi di un sisma tettonico (causato dalla generazione di una faglia) è legato a tre condizioni: 1. moto relativo delle masse rocciose; 2. accumulo di energia (lento); 3. liberazione di energia (rapida).
Altri tipi di sismi: • terremoti vulcanici, collegati all'attività vulcanica in quanto la risalita dei magmi verso la superficie, sotto la spinta dei gas, può frantumare le rocce circostanti con conseguente liberazione di onde sismiche; • terremoti di crollo, in genere di piccola intensità, che avvengono per crollo della volta di caverne sotterranee e di miniere; • terremoti artificiali, prodotti dalle esplosioni (per esempio quelle nucleari) che liberano un'enorme quantità di energia. Ipotizzando che il comportamento delle rocce sia elasto-plastico, si può affermare che durante le deformazioni in campo elastico le rocce immagazzinano energia, per poi liberarla nel momento in cui avviene la rottura (passaggio dal campo elastico a quello plastico). Tutta l'energia immagazzinata viene liberata sottoforma di onde elastiche, generatrici di terremoti, di calore teoria rimbalzo elastico Fuoco o ipocentro: punto in cui avviene la rottura iniziale e dal quale inizia la propagazione radiale delle onde elastiche
Epicentro: punto in superficie, situato sulla verticale passante per il fuoco
Onde sismiche • onde di compressione (onde P): longitudinali e primarie, si propagano ad alta velocità sia nei solidi che nei liquidi e sono caratterizzate da un moto delle particelle nella stessa direzione di propagazione dell'onda, con successive compressioni e rarefazioni; • onde di taglio (onde S): trasversali e secondarie, si propagano più lentamente delle onde P e presentano un moto delle particelle perpendicolare alla direzione di propagazione; non si trasmettono nei fluidi; • onde di Rayleigh: sono onde superficiali e determinano spostamenti ellittici delle particelle il cui moto avviene nel piano verticale e con verso retrogrado rispetto alla direzione di propagazione stessa; • onde di Love: sono onde superficiali che si sviluppano solo in presenza di uno strato a bassa velocità e non si trasmettono nei fluidi; gli spostamenti sono orizzontali e trasversali rispetto alla direzione di propagazione.
Sismografo: strumento che misura in modo permanente i movimenti del suolo per la registrazione delle onde sismiche
Sismometro: strumento che trasforma le oscillazioni del terreno in forma utile per la registrazione.
Sismogramma: risultato delle registrazioni ottenute con i sismografi, sul quale si può leggere il successivo arrivo delle onde P, S e delle onde superficiali
Dai sismogrammi si può risalire alla distanza dell'epicentro in base alle differenze dei tempi di arrivo delle onde P ed S ,differenze che vanno aumentando con il crescere delle distanze stesse. Con i dati di tre stazioni è possibile risalire alla localizzazione dell'epicentro Intensità sismica: termine di paragone più valido per valutare la grandezza di un terremoto, misurata sulla base del grado di danneggiamento delle strutture, dell'entità dello sconvolgimento del suolo e della reazione degli animali scala Mercalli.
Magnitudo: ampiezza delle onde misurata da un sismografo scala Richter.
Le aree più facilmente soggette a sismi sono • dorsali medio-oceaniche, ove i terremoti sono poco profondi (meno di 70 km); gli assi delle dorsali sono i luoghi in cui si attua l'espansione dei fondi oceanici (elevato flusso di calore, intensa attività vulcanica) e le placche si allontanano l'una dall'altra; • fosse oceaniche e i sistemi di archi insulari, tipo quelli che bordano il Pacifico occidentale (Caraibi, Giappone, archi insulari che circondano l'Australia); in queste zone possono verificarsi terremoti superficiali (fino a 70 km), intermedi (da 70 a 300 km) o profondi (da 300 a 700 km), la cui profondità risulta in relazione diretta con la distanza dalla fossa; • le zone corrispondenti alle fosse tettoniche continentali (rift valley), come per esempio nell'Africa centro-orientale e in California; in quest'ultima zona la dorsale oceanica del Pacifico, raggiunto il continente, viene rigettata verso nord dalla famosa Faglia di San Andreas, che divide in due la California e passa nella baia di San Francisco; • le zone legate a catene montuose recenti, per esempio la fascia ad alta sismicità trans-asiatica che si estende dalla Birmania, attraverso le montagne dell'Himalaya fino al Caucaso e al Mediterraneo; in corrispondenza di questa vasta zona continentale, i terremoti sono generalmente superficiali e sono associati a elevate catene montuose che debbono la loro esistenza a chiari fenomeni di compressione; localmente si verificano anche terremoti intermedi, mentre sono rari i terremoti profondi. Gli studi storici sulla distribuzione della sismicità nel mondo consentono di localizzare con una certa attendibilità i futuri terremoti distruttivi e di realizzare delle classificazioni sismiche del territorio Questo può essere utile per redigere una classificazione dei principali segni premonitori e per effettuare nelle zone a rischio elevato un'accurata progettazione antisismica (norme di edilizia antisismica e opere di consolidamento, Previsione e prevenzione dei terremoti
p.s. sempre tratto dallo stesso libro da cui ho preso le rocce
Edited by the guitarman - 16/12/2006, 14:50
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