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the guitarmanPosted: 16/12/2006, 14:33
ROCCE MAGMATICHE
1.1 Rocce intrusive
GRANITO A FELDSPATI: Roccia olocristallina a grana grossolana, leucocrata (M < 25%). L'associazione mineralogica è data da: quarzo (molto abbondante si riconosce per la lucentezza vitrea e per l'assenza di sfaldatura), feldspato potassico (grossi cristalli rosa con sfaldatura evidente), plagioclasio (nettamente subordinato rispetto al feldspato, ha colore bianco latteo) e biotite (piccole lamelle nere con lucentezza metallica).
Es.: GRANITO DI BAVENO. Il feldspato può essere presente anche in grossi cristalli rossi: GRANITO ROSSO (di Svezia).

GRANITO: Roccia olocristallina, leucocrata (M < 25%), a grana fine. L'associazione mineralogica è data da quarzo, feldspato potassico, plagioclasio e biotite. Es.: GRANITO BIANCO DI MONTORFANO.

GRANODIORITE: Roccia olocristallina, grana media, costituita da quarzo, plagioclasio più abbondante del feldspato potassico e biotite. Possono essere presenti fenocristalli di feldspato potassico. Es.: GHIANDONE, SERIZZO.

TONALITE: Roccia olocristallina, a grana fine, costituita da quarzo, plagioclasio e anfibolo (cristalli prismatici allungati o a losanga di colore nero meno lucenti rispetto alla biotite).

SIENITE Roccia olocristallina, a grana media, costituita da feldspato potassico, poco plagioclasio, anfibolo. Il quarzo è in quantità inferiore al 10%. Il feldspato potassico può assumere colorazione violacea.

DIORITE Roccia olocristallina, a grana media, melanocrata costituita da plagioclasio, anfibolo e quarzo (minore del 10%, non ben visibile sul campione a mano).

GABBRO Roccia olocristallina a grana medio-fine, melanocrata costituita da plagioclasio e pirosseno. Il quarzo è inferiore al 10% (poco visibile sul campione a mano). Si distingue dalla diorite per la presenza del pirosseno (invece dell'anfibolo) e per il colore più scuro.

LABRADORITE Roccia olocristallina a grana grossolana costituita quasi interamente da plagioclasio. Proviene dalla Norvegia ed è ben riconoscibile per la presenza di cristalli tabulari di plagioclasio labradoritico iridescente.






1.2 Rocce effusive
RIOLITE: Roccia con struttura porfirica, costituita da quarzo, feldspato potassico (sanidino e/o ortoclasio). Plagioclasi e miche sono quasi del tutto assenti. La riolite è il corrispondente effusivo del granito. Tra le varietà più importanti si ricordano i porfidi caratterizzati dalla presenza di cristalli tondeggianti di quarzo e feldspato, le pomici (sono interamente costituite da scagliette di vetro e per tale motivo sono rocce leggerissime che possono galleggiare) e le ossidiane (costituite interamente da una massa vetrosa; il colore nero è data dalla presenza di ossidi di ferro diffusi nella massa vetrosa).

TRACHITE: Roccia porfirica, costituita da feldspato potassico (sanidino), anfibolo, biotite e quarzo (in quantità inferiore al 10%). È il corrispondente effusivo della sienite.

BASALTO: Roccia a struttura porfirica, a grana molto fine con rari fenocristalli, melanocrata. I basalti sono rocce molto dure e pesanti e possono presentare frattura concoide. È il corrispondente effusivo del gabbro.

1.3 Rocce filoniane
PEGMATITE: Roccia acida (corrispondente filoniana del granito) di colore chiaro. È caratteristica per la presenza di grossi cristalli ben formati di minerali che solidificano per ultimi quali: muscovite, tormalina ecc. La massa di fondo è costituita da quarzo, feldspato potassico e plagioclasio.

APLITE: Identica alla pegmatite per acidità, colore e minerali, ma costituita da cristalli di piccole dimensioni, non distinguibili a occhio nudo.

PORFIRITE: Roccia intermedia (corrispondente filoniana delle granodioriti e delle dioriti), di colore grigio, verde, rosso. L'associazione mineralogica caratteristica è plagioclasio, orneblenda, biotite, quarzo. Ha struttura porfirica con fenocristalli di plagioclasi, anfiboli, biotite.






2. Rocce sedimentarie
Rocce sedimentarie: si formano in seguito al consolidamento (diagenesi) di materiali sciolti, che derivano dall'erosione e dall'alterazione o di rocce preesistenti, o di resti di organismi viventi. Si possono formare anche in seguito a precipitazione chimica di sali.


I sedimenti si possono formare in ambienti molto diversi:
• depositi continentali (glaciali, lacustri, fluviali, detritici ecc.);
• depositi marini (di mare profondo, poco profondo, di scogliera ecc.);
• ambienti transizionali (estuari, delta e lagune).
Sono spesso stratificate in modo più o meno marcato e in strati di spessore molto variabile, a seconda dalle modalità e dall'ambiente di sedimentazione.
Il colore è molto variabile (a causa sia delle impurezze sia della diversità dei materiali originari) e non diagnostico.
Le rocce sedimentarie (escluse quelle che derivano da precipitazione di sali) sono costituite da tre frazioni:
• clasti: frammenti più grossolani che rappresentano l'impalcatura della roccia;
• matrice: materiale fine intrappolato tra i clasti;
• cemento: materiale di precipitazione chimica che si deposita nei vuoti del sedimento e consolida il sedimento stesso.

I clasti e la matrice vengono classificati, in base alle loro dimensioni (granulometria), in:
• ghiaia d > 2 mm;
• sabbia 2 mm < d < 0,0625 mm;
• limo 0,0625 mm < d < 0,002 mm;
• argilla d < 0,002 mm.


Le rocce sedimentarie si dividono nei seguenti grandi gruppi:
1. ROCCE TERRIGENE
2. ROCCE CARBONATICHE
3. ROCCE SILICEE
4. ROCCE EVAPORITICHE
5. ROCCE PIROCLASTICHE




2.1 Rocce terrigene
CONGLOMERATI: ghiaia cementata. I clasti, che possono essere arrotondati o a spigoli vivi, derivano dall'erosione di varie rocce e vengono deposti a opera dei corsi d'acqua o a opera della gravità ( depositi prevalentemente continentali). Il cemento può essere calcareo (per esempio CEPPO) o siliceo (per esempio VERRUCANO). Se i ciottoli hanno spigoli vivi, i conglomerati prendono il nome di brecce.

ARENARIE: sabbie cementate; derivano dall'erosione di rocce preesistenti e vengono depositate a opera dei corsi d'acqua e del vento ( in ambiente continentale) e da correnti marine ( in ambiente marino). Le sabbie possono avere composizione variabile a seconda della roccia da cui provengono; in generale però il costituente principale è il quarzo (minerale poco alterabile). Le arenarie possono avere cemento silicio o calcareo. Alcune arenarie sono "gradate", cioè presentano nella parte inferiore dello strato granulometria grossolana ed elementi con diametro descrescente verso la parte alta dello strato.

SILTITI: rocce piuttosto rare che derivano dalla diagenesi dei limi.

ARGILLITI: derivano dalla diagenesi delle argille, che a loro volta derivano dall'alterazione chimica e biochimica delle rocce preesistenti, trasportate a opera dei corsi d'acqua e sedimentate in acque ferme (laghi, mare aperto, anse fluviali).


2.2 Rocce carbonatiche
CALCARI: rocce costituite interamente o per la maggior parte da Calcite (CaCO3).
a. Calcari detritici: analogamente alle rocce terrigene, precedentemente descritte, si classificano in base alle dimensioni dei clasti, prevalentemente di origine carbonatica. Spesso sono presenti fossili. Essendo depositi marini, possono contenere anche sedimenti terrigeni veri e propri (sabbie e argille); se contengono il 50% di argilla si chiamano MARNE; se contengono meno del 50% di argilla si chiamano CALCARI MARNOSI; se contengono più del 50% di argilla si chiamano MARNE CALCAREE.
I calcari possono assumere colorazioni differenti (bianchi, rossi, neri, grigi ecc.) a seconda delle impurezze organiche e inorganiche presenti.
b. Calcari non detritici:
o Biocostruiti: rocce la cui impalcatura è costituita da organismi (per esempio barriere coralline).
o Di precipitazione chimica: si possono formare in ambiente continentale (travertino) o in ambiente marino se esiste uno scarso ricambio di acqua e una forte evaporazione (bracci di mare isolati e lagune). La caratteristica principale di questi depositi è di essere fortemente porosi (calcari vacuolari).

DOLOMIE: rocce carbonatiche costituite essenzialmente da dolomite Ca Mg(CO3)2. Salvo rari casi, la dolomite non è di sedimentazione primaria, ma deriva da un processo chimico successivo alla deposizione; tale processo provoca una ricristallizzazione più o meno completa della roccia calcarea di partenza per cui esistono tutti i termini di passaggio con i calcari. La grana è molto variabile. Le dolomie di sedimentazione primaria si depositano (come i calcari chimici) in ambiente evaporitico e sono estremamente porose (dolomie cariate). Si distinguono dai calcari in quanto reagiscono all'HCl diluito (5%) solo a caldo, mentre i calcari reagiscono con HCl a freddo.


2.3 Rocce silicee
Esistono anche organismi a scheletro siliceo che danno luogo, sedimentandosi, a rocce il cui costituente principale è la silice (SiO2 cristallina o amorfa). Hanno colore variabile, sono molto dure ma fragili e hanno frattura concoide. Non reagiscono con l'HCl diluito e riflettono la luce.
Si tenga presente che al di sotto di una profondità compresa tra i 3500 e i 4000 m, non possono più sedimentarsi i carbonati e si trovano solo sedimenti silicei. Tra le rocce silicee più conosciute si ricordano le Selci, le Radiolariti e le Diatomiti.
In particolare le selci hanno colore variabile (bianco, grigio, rosso, verde, nero), grana molto fine, compatta e fragile, con frattura concoide e aspetto corneo. Non si incide col temperino, non reagisce con l'HCl e riflette la luce.

2.4 Rocce evaporitiche
In ambienti marini a circolazione ristretta (bracci isolati di mare, lagune ecc.) o dove l'evaporazione supera gli apporti, si ha la precipitazione dei vari sali disciolti nell'acqua. Tale precipitazione avviene secondo un ordine fisso in base alla diversa solubilità dei sali stessi:
• CaCO3 Calcare
• Ca Mg (CO3)2 Dolomia primaria
• CaSO4 2H2O Gesso
• NaCl Salgemma
• Sali di Mg, K, Br e altri.

GESSO:
ha colore variabile (bianco, grigio, rosso, verde o bruno) e può presentarsi con una grana finissima o con una grana grossolana in cui talora si distinguono grossi cristalli. È molto tenero (tanto da rigarsi con l'unghia) e non reagisce con l'HCl diluito. Per disidratazione del gesso, in certe condizioni di temperatura e pressione, si viene a formare un'altra roccia chiamata Anidrite (CaSO4).

ANIDRIDE:
ha colore grigio-azzurro, struttura massiccia e grana in genere ben visibile. Può acquistare nuovamente acqua e ritrasformarsi in gesso.


2.5 Rocce piroclastiche
Sono dovute alla deposizione di clasti prodotti da vulcani in concomitanza a eruzioni esplosive. Tali clasti possono essere più o meno rimaneggiati da acque correnti e mescolati a sedimenti non vulcanici.
La classificazione viene operata in base alle dimensioni dei clasti secondo la seguente tabella:
GRANULOMETRIA MATERIALE ROCCIA
< 0,002 mm polvere vulcanica cinerite
0,002 ÷ 0,0625 mm cenere vulcanica tufo cineritico
0,0625 ÷ 2 mm lapilli tufo a lapilli
> 2 mm bombe o blocchi tufo conglomeratico
Hanno colore variabile e sono molto leggere. Contengono spesso frammenti di pomici e di altre rocce effusive che ne facilitano il riconoscimento.

3. Rocce metamorfiche
Metamorfismo: variazione mineralogica e strutturale delle rocce allo stato solido in risposta a condizioni chimiche e fisiche differenti da quelle in cui si è formata la roccia originaria.


Ogni roccia magmatica o sedimentaria è infatti in equilibrio solo con un ristretto campo di temperature e pressioni, molto elevato per le prime, molto basso per le seconde.
Quindi appena una roccia si trova in una situazione diversa tende a modificarsi verso un'associazione mineralogica che la porti in equilibrio con i nuovi valori di T e P, cioè ricristallizza senza fondere.
Spesso le rocce metamorfiche sono scistose.
Scistosità: orientazione dei cristalli lungo piani preferenziali in seguito a pressioni orientate.


Il metamorfismo può essere di due tipi:
1. Metamorfismo di contatto: si ha quando una massa magmatica ad alta temperatura viene a contatto con rocce sedimentarie, metamorfiche o, più raramente magmatiche, preesistenti. Le condizioni in cui si verifica questo tipo di metamorfismo sono quelle di alta temperatura (300-800 °C) e di pressione in genere piuttosto bassa (150-1500 atm). Si manifesta quindi in settori poco profondi della crosta (0,5-5 km). Il metamorfismo di contatto interessa una zona circoscritta intorno al corpo intrusivo (aureola) in cui il gradiente di temperatura decresce spostandosi verso l'esterno. Le rocce che si formano sono poco o nulla scistose.
2. Metamorfismo regionale: è legato geograficamente e per genesi alla formazione delle catene montuose. Esso è dovuto sia alle pressioni tangenziali che si generano durante i movimenti crostali (pressioni orientate), sia al peso dei sedimenti sovrapposti (pressioni di carico). Nel primo caso si possono raggiungere anche temperature di 850 °C, mentre nel secondo caso si raggiungono i 450 °C. Il metamorfismo regionale, a differenza di quello di contatto, interessa zone estese e, a seconda della temperatura, è stato suddiviso in vari gradi:
o T < 200 °C diagenesi
o T = 200 ÷ 500 °C metamorfismo di basso grado
o T = 500 ÷ 650 °C metamorfismo di medio grado
o T > 650 °C metamorfismo di alto grado

Intorno ai 700 °C, a seconda dei tipi di roccia e delle pressioni, si può avere fusione oppure può continuare il metamorfismo ancora per qualche centinaio di gradi.
All'aumentare del grado metamorfico le trasformazioni sono tali che è sempre meno riconoscibile la roccia originaria. Le rocce metamorfiche si classificano in base alla composizione chimica delle rocce originarie:
• roccia originaria sedimentaria le rocce metamorfiche corrispondenti assumono il suffisso "para" (per esempio paragneiss, parascisti);
• rocce originaria magmatica le rocce metamorfiche corrispondenti assumono il suffisso "orto" (per esempio ortogneiss, ortoscisti).
3.1 Rocce di derivazione argillosa e argilloso-arenacea
ARDESIE: metamorfismo regionale di basso grado. Di colore nero o grigio, molto scistose e con grana fine tanto che non sono visibili cristalli a occhio nudo. Deriva dal metamorfismo delle argille, ma, a causa del grado metamorfico molto basso, non vi sono vere e proprie trasformazioni mineralogiche. Sono dure e possono dividersi facilmente in lastre anche sottili.

FILLADI: metamorfismo regionale di basso grado. Di colore grigio argenteo, plumbeo, verdastro, molto scistose, spesso con scistosità ondulata e con grana molto minuta (i minerali non si distinguono a occhio nudo). Principali componenti mineralogici: quarzo, mica, clorite. Derivano da metamorfismo di rocce sedimentarie argillose. Possono essere presenti lenti di quarzo.

MICASCISTI: metamorfismo regionale di grado da medio ad alto. Di colore variabile da grigio a marrone a seconda del tipo di mica presente. Scistosi, con grana molto variabile. Si distinguono dalle filladi perché nei micascisti le miche sono visibili a occhio nudo e formano anche delle lamine larghe ed estese dando luogo a una maggiore lucentezza. Componenti mineralogici principali: quarzo, mica (biotite, muscovite).

PARAGNEISS: metamorfismo regionale di grado da medio ad alto. Di colore variabile, a grana media o grossa. La scistosità è poco sviluppata.

3.2 Rocce di derivazione arenacea
QUARZITI: metamorfismo regionale di grado da basso ad alto. Hanno colore chiaro, da bianco (se contengono solo quarzo) a verde-giallo (se contengono anche altri minerali). Hanno struttura massiccia o scistosa se la mica è abbondante. La grana è prevalentemente minuta. Componente mineralogico principale: quarzo. Derivano da arenarie quarzose e selci. Sono dure e fragili.
3.3 Rocce di derivazione calcarea
MARMI e CALCEFIRI: possono derivare sia da metamorfismo di contatto che da metamorfismo regionale di grado da basso ad alto. Hanno colore variabile. Componente mineralogica principale: calcite. Hanno struttura massiccia e una grana, sempre visibile, da fine a grossolana (struttura saccaroide). Derivano dal metamorfismo dei calcari relativamente puri; i calcari marnosi e le marne metamorfosate danno luogo ai "calcefiri".

CALCESCISTI: metamorfismo regionale di basso grado. Di colore da grigio chiaro a grigio marroncino, scistosi con alternanza di letti granulari e lamellari. Componenti mineralogici principali: calcite, mica, clorite, quarzo. Derivano da metamorfismo di rocce carbonatiche ricche di materiale terrigeno. Reagiscono con HCl diluito.
3.4 Rocce di derivazione magmatica acida
ORTOGNEISS: metamorfismo regionale di grado da medio ad alto, di colore chiaro. Sono a grana media o grossa. La scistosità è poco sviluppata e la struttura può essere gneissica listata o occhiadina se i feldspati sono disposti in lenti allineate e circondate da miche. Si distinguono dai micascisti in quanto sono più ricchi di minerali granulari (quarzo e feldspati). Componenti essenziali: quarzo, feldspato, plagioclasi e mica (muscovite e biotite).
3.5 Rocce di derivazione magmatica basica o ultrabasica
CLORITOSCISTI: metamorfismo regionale di basso grado. Di colore verde lucente, struttura massiccia o scistosa. Componente essenziale: clorite. Derivano da rocce effusive e filoniane basiche (per esempio Pietra Ollare).

SERPENTINOSCISTI: metamorfismo regionale di basso grado. Di colore da verde chiaro a verde scuro, da scistosi a massicci. Componente mineralogico principale: serpentino. Derivano dal metamorfismo di gabbri e peridotiti. Spesso associati a talco e amianto. Sono facilmente suddivisibili in lastre.

ANFIBOLITI: metamorfismo regionale di medio grado. Colore verde scuro o nero. Dure e pesanti, con struttura massiccia e grana piuttosto fine. Componenti essenziali: anfibolo e plagioclasio. Derivano da basalti e gabbri.

p.s. Tratto dal libro "Geologia applicata-Il rilevamento geologico-tecnico" autori Laura Scesi, Monica Pappini, Paola Gattinoni. è il libro che usiamo noi ad ingegneria civile per il corso di geologia ma può essere utile a quelli di 5° che fanno geografia astronomica. bellaaa